Sboccia e risboccia il senso del benessere e un gran fogliare di Daily lo sottolinea, come sa e dimostra l’angolo di vita che pur aleggia nel nostro come in tutti i tourbillon stampa a Covid ancora sprezzante. E allora non si scopre, ma lo si ripete il concetto di natura-antistress, facendone titolone e accompagnandolo di Treehugging, d’arte, di yoga, del parco bionenergetico, tutto doverosamente ad alta quota. E, certo, a riflessi immortali del lusso laddove splende il sette, otto stelle, laddove la passeggiata si fa con il calesse a cavallo di peregrine invenzioni. E per condimento la saggezza gourmand di cuochi-tante stelle a caccia di gloria da qui al sei gennaio, il tratto di tempo che spergiura di sole, di neve, d’ intelligenti abbuffate montanare.
Tutto fantastico, tutto “in”, tutto a guerra senza paura e spesso ad orgoglio assurdo per conseguenze folli e maledette. Mi chiedo allora se il “natura stress” che mi sto inventando ponendomi di renderla autentica possa far parte di tanta armonia d’alta quota; e lo faccio con gambe un po’ traballanti come tanti colleghi che varcano l’alta quota della vita che s’erge ben (o mal..) sopra gli ottanta e passa. Mi chiedo e voglio: voglio raggiungere la baita, sì la baita della semplicità, il sentiero delle meraviglie, ascoltando il calpestio leggero di un cane che ha nel suo DNA la… natura anti-stress. E andremo, e consumerò le genialità di una beatitudine cosmetica che lassù si lascia coinvolgere dal cielo azzurro, da un’onda di neve fresca, da abeti che han perso gli aghetti secchi, pur mantenendo sempre, sempre, il fascino della semplicità, quella che non sa morire. E che il Covid se ne vada da un regno di beatitudine che ancora sa rifuggire da ladri e cialtroni.
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