C’è il “doppione”. Freme lento di squame umane per quel sole di luglio che brucia la foresta dell’attesa taxi, qui, nella tormentata Milano di turisti d’ogni dove e d’ogni immenso bagaglio. Il “doppione” c’è spesso: d’estate e d’inverno a tormento di chi ha il taxi in programma. Soffia di inutili improperi come l’alito sinistro di un serpente senza veleno. E soffia di colloqui, di cronache improvvise, d’incontri a casualità. Il nostro no: né incontro, né casualità: è un appuntamento. Luciano chiama Luciano, chi dei due è più avanti alza il braccio e allarga le dita a cinque come un calciatore che tira un corner. Ed è quasi subito taxi. Dribblando tutti.
Si va in via Accademia dove c’è… un’Accademia, quella del Profumo. Luciano Uno fa Bertinelli, presidente; Luciano Ottantasei fa l’anziano che ha fondato, e chiede. Chiede perché cotanto Capo comico che s’erge scenografo e attore da dieci anni, abbia l’idea di togliersi da un palcoscenico in cui s’è recitato d’applausi, unica eccezione, balorda, grugnita, venuta un paio di volte dal loggione. E nasce così alla prima svolta del taxi-combine-corner, una intervista. Macché intervista! un bisbiglio d’amarcord che però…
Non vorrai farmi credere che ti senti orfano d’Accademia, gli chiedo; e dal suo falso diniego di Presidente innamorato che ha saputo fare il meglio ma finge di non darsene vanto, s’apre, come spezzandosi, la sfera di una vita che nasce di finanza, d’Ufficiale di Finanza, così da chiarire subito il suo perché di conti legittimi, di progetti possibili spesso nell’impossibile, ma con la misura del successo. Otto anni in Bvlgari, il dopo Finanza d’Istituzione militare. Otto anni tra gioielli, orologi, creatività d’eccellenza massima nello scrigno della bellezza, del lusso, della genialità-gioiello. Poi la destinazione inaspettata: da Neuchatel, fucina svizzera del tempo che scandisce i secondi, a un salto in… profumeria.
Si crea il primo profumo Bvlgari, un’onda sublime di Thè Vert, catturata da un flacone di cristallo a sfumatura verde ovviamente: taglio gioiello, stupendo, che rimarrà, rimane, nella storia fragrante. Glielo sottolineo con enfasi perché anch’io c’ero per richiesta del magico storico cosmesi – profumo Hans Thalmann, già venerabile Estée Lauder. Eppoi lo stimolo, mentre il tassista sfiora l’incidente della curiosità, rivolta a questi due che nemmeno s’avvedono di aver sbagliato strada. Lo stimolo; e mi dice…
…mi dice che il mercato e un po’ come quello del calcio; che la Cina è il meglio per loro, poi viene l’America e quindi la Russia. Ma racconta come un professore di storia alla cattedra e non s’avvede di essere come entrato nel suo mondo attuale, il Salvatore Ferragamo Parfums. Che ne ha già fatti oltre cento, mi dice, da quel Gilio del 1960 cui mancava una doverosa “g” nel nome impresso anche sul flacone di cristallo. A proposito, soggiunge voltandosi d’altro lato. A proposito di che? insisto. No, no! è un segreto, non ti posso dire. E il taxista, pure lui, si volta di curiosità e il nostro patto d’amicizia chiude l’argomento. Per un presto futuro a 300 copie.
Ma non mi dicevi della Cina? riprendo. Sì, della Cina: tutto bene. Ma stiamo attenti: se a loro viene un raffreddore a noi scoppia la febbre, capito?! Siamo all’enigma; che passa subito allacciandoci al flacone iconico di Signorina, con quel fiocco Vara al collo che reca allure confermando, mi assicura, la qualità del jus, dentro un contenitore che innamora. Innamora, certo. E mi aggiunge: in Italia ha incuriosito, all’estero ha affascinato, ammagliato. Questione di intuito, carisma fiorentino. Settanta persone nella magia del profumo a Firenze, magia anche per una signora che vi regna: la vera Signora Giovanna Ferragamo.
Scusa, chiedo, prima che il tassista s’infervori al pagamento della corsa, noi a cercar goffamente la tasca giusta degli euro. Scusa, ma l’Accademia, tutte le cose belle che hai creato anche da dolce, generoso, ineguagliabile Ufficiale di Finanza? Sai, dieci anni: non me ne sono accorto. Il gran Martone mi chiese di sedermi nella sua poltrona: e io ho finito di rimanere sempre in piedi. Giornata del Profumo, Leonardo e tutte le iniziative con il petto in fuori della passione ma sempre da Ufficiale di Finanza, come mi sogghigni. E l’Accademia e gli Orti, gli Orti del Profumo, non solo del verde panchinato?
E il flacone storico in nome di Leonardo? il flacone che andrà a museo? C’è già: e in lavoro di accordi anche con l’entourage di Macron a Parigi. Il flacone: un tocco a magnificare dieci anni di volontà, di passione, di intelligenza creativa. Di un uomo che viene dall’Accademia del suo essere infinito.
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