Alessandro Michele designer “impossibile” di Gucci, ne ha creata un’altra. Un’altra del suo prolifico “genialare”. E ci assicura che il cantautore e attore Harry Styles guida il cast di “Gucci Mémoire d’une Odeur” in un’eclettica e universale combinazione di anime. Una lista eclatante, ovvio, dove noi non possiamo esserci, ma ci siamo. Il suo nuovo colpo d’ascia alla intoccabile tradizione e quindi generazione del concetto “odore”, produce quindi un flacone di poetica connessione tra il sentire, l’odorare e la memoria. Quella che lo stesso odore risveglia ed elettrizza, se in positivo e infuria se in negativo.
Non si sofferma il sottoscritto nel crogiuolo di componenti sempre magistralmente combinate dall’arte di Morillas; riannusa, invece, per incanto quei boccioli di camomilla che era dovere portarsi a casa al tempo in cui il concetto profumo frullava ancora nella fantasia di Caterina de’ Medici. Camomilla sincera, stupendamente vera, spontanea, pur pericolosa per quel macchiare di giallo la canotta bianca unico indumento di noi agresti della guerra.
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Grazie dunque ad Alessandro Michele per questa sua ultima “genialata”; e grazie se ci lascia… imbrogliare quell’aroma gentile con quello forte delle focacce fritte portate all’alba, lungo i campi, a lenire la fame di tanta fatica, nel condurre i buoi del traino d’aratro. E quindi scusa dell’impertinenza: l’Odeur migliore che ancora ricordiamo – lasciacelo! – era più delle focacce che della romantica camomilla.