I drink? Da oggi si leggono. Grazie a Petunia Ollister, autrice di “Cocktail d’Autore”, un libro che allea il piacere della lettura e quello del palato proponendo i “sorsi” più famosi abbinati alle pagine degli scrittori più noti che li hanno resi celebri.
Tutto è nato a colazione. O meglio grazie a una colazione. “Nel 2015 quando, momentaneamente senza lavoro e quindi con tutto il tempo di godermi il mio caffè, mi sono accorta che la tazza era dello stesso colore della copertina del libro che stavo sfogliando, “Daily Dishonesty” della graphic designer Lauren Hom. Ho pensato che fosse una coincidenza carina e ho scattato una foto pensando che era molto “Instagrammabile”. E l’ho pubblicata con l’hastag #bookbreakfast. Da lì è iniziato tutto ed è diventato un appuntamento fisso”. A raccontare tutto questo, Petunia Ollister, nom de plume di Stefania Soma, nato dall’inventiva di alcuni amici quando, per una sorta di timidezza, ha deciso di apparire sui social ma non con il suo vero nome. Pseudonimo però che oggi, trascorsi dieci anni, bandita la riservatezza (“scrivo libri partecipo ad eventi e incontri”), e raggiunti importanti traguardi, le è rimasto addosso.
Petunia/Stefania, prima conservatrice dei Beni Culturali, fotografici e librari e un passato nelle fila di un grande editore, ritrovatasi “a spasso” a causa della crisi editoriale, inizia così per caso la sua avventura social, (ora seguitissima), #bookbreakfast, pensata per “essere” su Instagram e senza un vero obiettivo. “Non avevo un progetto preciso – spiega – all’inizio pensavo che fossero solo immagini carine, belle da vedere. Ma gli amici mi spronavano a pubblicarle. Poi con il tempo, vedendo anche crescere i followers, ha capito che un progetto stava veramente prendendo forma. Quello di portare i libri nel quotidiano di persone che altrimenti avrebbero mai messo piede in una libreria, di parlare di cultura in modo immediato e diretto liberando i libri da quell’alone di sacralità che allontana dalla lettura invece di avvicinare”. Una sorta di promozione letteraria che, partendo da un’immagine graficamente accattivante capace di catturare l’attenzione, invita a soffermarsi e leggere anche il testo che l’accompagna “facendone magari uno screenshoot con cui recarsi in libraria per comprare il libro”.
Da Instagram alla carta stampata il passo è stato breve. Grazie a Slow food Editore che, nonostante la reticenza di Petunia/Stefania, (le immagini erano pensate per essere viste sullo schermo, ovvero retroilluminate), ha creduto nel suo progetto e ha pubblicato il suo primo libro “Colazioni d’Autore”. Un vero successo. Oggi, a due anni di distanza, l’autrice scrive un secondo capitolo della sua avventura e, sempre con Slow Food Editore, presenta “Cocktail d’Autore” che ripropone lo stesso format del primo ma… ad elevato tasso alcoolico. Perché dalla colazione è passata ai cocktail? “L’idea è nata a una presentazione di “Colazioni d’Autore” quando alcune colleghe giornaliste mi hanno detto “dopo averci fatto mangiare, devi farci bere…” e nei libri, credetemi, si beve tantissimo. Nelle pagine di un libro si parla di drammi familiari, si soffre per amore e per alleviare il dolore cosa si fa? Si mangia e si beve. Così ho cominciato a stilare un elenco di titoli, per la maggior parte di scrittori anglosassoni e nord americani perché qui è più forte la tradizione dei cocktail, e il mio secondo book ha preso forma”. Scorrendone le pagine si incontrano una moltitudine di scrittori e di personaggi che hanno fatto la storia, 70 per l’esattezza. A ogni copertina ritratta corrisponde un drink citato nelle pagine del libro, ispirato alle sue atmosfere o alle passioni dell’autore, comprese la descrizione della ricetta e della sua preparazione curata da professionisti della mixology. Dal Vesper Martini con “tre parti di Gordon’s, una di vodka e mezza di Kina Lillet” amato dal più cool degli agenti segreti, allo Scotch Mist della fatale Vivian Sternwood di Raymond Chandler passando per le bevute mondane di Holly Golightly in Colazione da Tiffany, e tanto altro ancora. Il tutto immortalato dall’obiettivo di Davide Galizio, fotografo di moda e di food. A chi vorrebbe offrire un cocktail Petunia/Stefania, chiediamo: “Mi piacerebbe bere un cocktail con tantissimi scrittori. Se penso alle colazioni è più facile, senza dubbio il Principe di Salina di Tomasi di Lampedusa, o Milton di Fenoglio. Per i cocktail è più complicato. Direi però che mi piacerebbe sorseggiarlo con la ragazza senza nome di Marguerite Duras. È un personaggio molto interessante, una ragazzina che diventa donna in fretta, che vive in una condizione di povertà in Indocina. Mi piacerebbe chiederle di raccontarmi com’era la vita di una ragazza negli anni ’30 in quei posti così lontani da noi. E mi piacerebbe chiederle anche come si chiamava, Marguerite, credo”. Quanto, invece, al drink preferito, la nostra autirce non ha dubbi: “Il Gin Tonic. È un cocktail apparentemente semplice ma che rivela tante sfaccettature differenti a seconda della preparazione e delle proporzioni degli ingredienti e anche del tipo di gin e di acqua tonica che vengono utilizzati”. Ora non ci resta che lasciarvi alle pagine di “Cocktail d’Autore”, invitandovi alla lettura per scoprire il vostro drink e il vostro “partner” di bevuta preferito.
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